Traumi dentali

La traumatologia dentale in età pediatrica è un argomento di grande rilevanza a causa della diffusione e della frequenza dei traumi dentali, specialmente a carico dei bambini. La localizzazione è, per ovvie ragioni anatomiche, principalmente sul gruppo frontale del mascellare superiore.

Le maggiori cause di traumi dentali sono gli incidenti domestici, scolastici, stradali e sportivi, e di norma la frequenza aumenta con l’inizio dell’attività scolastica e sportiva.

I traumi dentali a carico dei denti decidui hanno un interesse relativo; più che il danno a carico del dente stesso, è importante capire se ci siano conseguenze per l’elemento permanente sottostante. L’effetto sul permanente può andare da piccole abrasioni, fino a vere e proprie lesioni della corona.

Per quanto riguarda i traumi dentali a carico dei denti permanenti possiamo avere diversi scenari: nessun danno, lesioni a livello del legamento parodontale, fratture e avulsioni.

Il primo è senza conseguenze, quando il trauma non ha apparentemente provocato danni. Bisogna però fare attenzione a queste situazioni e monitorare costantemente i pazienti: elementi che apparentemente non hanno risentito dell’incidente, possono nel tempo mostrare i chiari segni di una necrosi pulpare, causata dall’ischemia prodotta dal trauma.

 

Per ogni trauma dentale si applica un protocollo rigoroso: la prima fase è sempre l’anamnesi, quindi bisogna valutare l’entità di eventuali fratture, controllare se sia presente mobilità ed eseguire un esame radiografico per valutare lo stato dell’elemento e dei tessuti circostanti.  Il test di vitalità nell’immediato non è affidabile, ma deve comunque essere effettuato, e ripetuto poi nel tempo a intervalli regolari, sia sul dente traumatizzato sia sugli elementi vicini.

I controlli devono essere fatti almeno ogni sei mesi, ad eccezione di quello radiografico da fare ogni anno.