Quando l’ortodonzia non è sufficiente: la chirurgia ortognatica
In alcuni casi, specialmente in pazienti adulti quando la crescita è terminata e con essa si è arrestato il processo di sviluppo delle ossa facciali, le correzioni con i metodi dell’ortodonzia non sono più sufficienti. A differenza dei pazienti in età infantile o adolescenziale, dove denti e ossa sono modellabili con più facilità, negli adulti queste operazioni diventano più complesse. Eventuali malformazioni o malocclusioni devono allora essere risolte con un intervento di chirurgia ortognatica, che servirà per riparare malformazioni gravi che possono avere forti ripercussioni sulla salute generale del paziente. La malocclusione mandibolare o le malformazioni di mandibola e mascella non influenzano solo l’allineamento dentale, ma possono provocare altri disturbi della cervicale e della postura.
Il chirurgo maxillo-facciale lavorerà comunque in stretta collaborazione con il medico ortodontista, poichè l’allineamento dei denti dovrà rispettare lo spostamento e le correzioni eseguite sulle ossa. Questo tipo di intervento, che rientra sempre nel campo dell’ortodonzia, si prefigge quindi l’obiettivo di un allineamento ottimale dei denti. Per questo motivo, la chirurgia ortognatica viene anche chiamata chirurgia ortodontica.
Che cos’è la chirurgia ortognatica
La chirurgia ortognatica è un ramo della chirurgia maxillo-facciale, che si concentra sulla correzione delle anomalie delle mandibole. L’etimologia della parola “ortognatica”, derivante dall’unione di due parole, “orto” (=dritto) e “gnatos” (=ossa), ne può esplicare bene la funzione. Come l’ortodonzia, che si occupa di raddrizzare e riallineare i denti, questa branca della chirurgia interviene per raddrizzare le ossa facciali. Queste infatti possono essere colpite da malformazioni, che nel corso dello sviluppo ne impediscono la crescita corretta, esponendo i pazienti a una serie di inconvenienti.
Oltre all’aspetto estetico infatti, ne risentono l’intera dentizione, che può essere persa precocemente, e le articolazioni stesse di mandibola e mascella. Attraverso delle osteotomie, cioè tagli delle ossa, la chirurgia ortognatica risolve questi problemi, riportando bilanciamento nelle strutture ossee interessate. Questa operazione si svolge a stretto contatto con il medico ortodontista, affinchè il riposizionamento delle ossa facciali nella loro corretta sede combaci con un corretto allineamento dentale. Si tratta di un intervento alla mandibola effettuato solitamente su soggetti adulti; solo in casi particolari si interviene a partire dai 16 anni di età.
Chirurgia ortognatica: in quali casi è necessaria
L’operazione maxillo-facciale alla mandibola, in chirurgia ortognatica, è adatta a tutti quei pazienti che mostrano difetti o malformazioni ossee che non possono essere risolte con un semplice trattamento ortodontico. Questi difetti infatti, oltre a influire pesantemente sull’aspetto estetico, provocano problemi alla regolare respirazione, alla fonazione, alla masticazione e alla salute generale della bocca.
Molte anomalie possono essere corrette, ricorrendo proprio alla chirurgia ortognatica: squilibri delle mascelle, morso aperto e mento arretrato, eccessivo o scarso sviluppo della mandibola e della mascella, prognatismo, asimmetrie dento-facciali. Anche molti sintomi o disturbi secondari, come apnea del sonno, russamenti, difficoltà di masticazione e deglutizione, dolori cronici e cefalee, respirazione orale e bocca secca possono essere annullati. Ricorda però che si tratta di un intervento chirurgico; prima di prendere qualunque decisione chiedi un consulto al tuo ortodontista o a un chirurgo maxillo-facciale. Il medico saprà valutare correttamente il tuo caso clinico e consigliarti l’intervento giusto da affrontare.
Come si svolge la cura con la chirurgia ortognatica
La cura in chirurgia ortognatica va di pari passo con un pianificato trattamento ortodontico. Solitamente infatti è lo stesso ortodontista a consigliare la chirurgia maxillo-facciale, quando il paziente si reca alla visita specialistica di controllo. Nel corso di queste visite, l’ortodontista esegue un accurato studio del viso e delle arcate, dell’occlusione dentale; eseguirà radiografie, calchi per i modelli della dentatura e, in alcuni casi, fotografie. Se il paziente presenta una situazione clinica troppo complessa per essere risolta ortodonticamente, verrà consigliata una visita con un chirurgo maxillo-facciale specializzato in ortognatica. Una volta definiti gli obiettivi della cura, funzionali ed estetici, si procederà al trattamento. La prima fase sarà un trattamento di ortodonzia preparatoria, della durata di circa un anno, per allineare i denti. Successivamente si procederà all’intervento chirurgico; le ossa verranno mosse insieme alle arcate, al fine di mettere in armonia mascella e mandibola e migliorare l’aspetto estetico del viso. L’intervento e il tempo di guarigione avranno una durata di circa due mesi. Infine l’ortodontista riprenderà il suo lavoro post-chirurgico, per rifinire l’allineamento, che può durare dai tre ai sei mesi.
Quali sono i vantaggi della chirurgia ortognatica
L’intervento maxillo-facciale di chirurgia ortognatica viene eseguito in anestesia generale; il chirurgo eseguirà dei tagli nelle ossa di mascella e mandibola, per spostarle e fissarle attraverso placche e viti di titanio. Queste potranno essere rimosse in un secondo momento o, a seconda dei casi, lasciate nella loro sede. Le nuove tecniche chirurgiche permettono di intervenire all’interno della bocca. Quasi tutte le ferite chirurgiche vengono quindi eseguite all’interno, lasciando il viso libero da fastidiose cicatrici.
Nel corso dell’intervento si potrà procedere alla correzione di altri difetti estetici, che spesso risultano strettamente collegati proprio alla disarmonia di mascella e mandibola. Intervenire anche sugli zigomi, sul naso e sul mento, migliorerà complessivamente l’estetica del viso del paziente, che sarà così spronato a terminare la terapia, seppure richieda tempo. La ripresa dall’intervento maxillo-facciale è relativamente rapida; in un tempo di circa due mesi il paziente potrà riprendere completamente tutte le normali funzioni. L’allineamento delle ossa facciali e dei denti migliorerà, oltre all’estetica, anche gli aspetti funzionali ad essi collegati. Miglioreranno la masticazione, la deglutizione, la respirazione e la fonazione.
Complicanze e rischi dell’intervento di chirurgia ortognatica
In alcuni casi si può decidere di procedere con l’opzione del “surgery first”. In questo caso, ancor prima dell’ortodonzia di preparazione, si procederà immediatamente con l’intervento. Così facendo, il paziente potrà beneficiare da subito del miglioramento estetico, risultato della chirurgia ortognatica, e sarà più motivato ad affrontare anche la terapia ortodontica.
Come per ogni operazione chirurgica però, anche l’intervento maxillo-facciale di chirurgia ortognatica non è esente da rischi. Oltre alle complicanze generali, come abbondante sanguinamento, infezioni o apertura dei tagli chirurgici in post-operatorio, possono verificarsi alcune complicanze specifiche. Tra queste, la più grave è l’esposizione dei mezzi di osteosintesi, cioè placche e viti in titanio, installate in sede di intervento; questa eventualità obbligherebbe il paziente a sottoporsi a un nuovo intervento per rimuovere questi mezzi. Infine, durante l’intervento chirurgico, c’è il rischio di lesioni alle radici dei denti o di fratture scorrette delle ossa causate dal chirurgo. Considerare i rischi non deve scoraggiare il paziente ad affrontare la chirurgia ortognatica, ma deve spronarlo nella ricerca di un team di professionisti, chirurgo e ortodontista, che sappia soddisfare le proprie esigenze.